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08.07.2021 – 31.02.2021
Una mostra di Isabella Nardon

Isabella Nardon, “Elettromotogrammi”, 2021


Galleria 29
Via Pietralba 29, Laives
Una mostra di Isabella Nardon
A cura di Nicolò Faccenda


“A cosa serve ballare?” si chiede e ci chiede Isabella Nardon. Domanda all’apparenza semplice, apre in realtà un profondo interrogativo sul significato dell’arte, sulle sue finalità e sulla sua importanza in una contemporaneità che sembra, da un lato sempre più propensa a prescinderne, dall’altro sempre più involuta e scarsamente ricettiva nelle sue esigenze estetiche.
Isabella Nardon è un’artista in continua esplorazione, sistematicamente alla ricerca di strategie che possano intervenire sin nei risvolti più banali della prosaicità. Mossa dal desiderio di tornare all’essenziale, alle coordinate di base dell’esperienza percettiva, in primis di sé stessi, il suo lavoro riguarda l’idea di collocazione. L’artista conduce la nozione di spazio alle sue coordinate di base, centrando nell’individuo il motore di una progressione spazio-temporale in divenire, di cui ciò che più conta è il mentre, non la statica certezza dei punti di partenza o di arrivo.
Il lavoro di Isabella Nardon recupera quanto viene tendenzialmente espunto dal discorso, ne fa il fulcro della sua attenzione. Lo spazio è la condizione oggettiva di collocazione, il tempo è la dimensione mutevole del possibile: lineare sequenzialità di eventi, scopi e obiettivi, questo è anche l’ambito in cui lo statico si tramuta in transitorio. L’ordinato è riconosciuto come frammento circoscritto di un flusso più grande. L’artista propone degli strumenti di sospensione, dei “tappeti volanti”, come ama definirli, affinché sia possibile riconsegnare al flusso del tempo, preso in unità minime e istantanee, una pienezza di significato, di riconsegnare quindi la consapevolezza che l’esistenza non è costituita solo di picchi autonomi e conchiusi, ma di una successione di momenti, non solo di raggiungimenti, ma soprattutto di passaggi.


L’ARTISTA
Isabella Nardon, classe 1992, è una giovane artista visiva formatasi tra Venezia (Accademia di Belle Arti) e Modena (Fondazione Modena Arti Visive) e reduce da una significativa residenza presso lo ZK/U (Zentrum für Kunst und Urbanistik) di Berlino. Mossa dal desiderio di tornare all’essenziale, alle coordinate di base dell’esperienza percettiva, lavora con diversi mezzi espressivi tra cui videoarte, installazione e fotografia.



Foto: Giulia Calò

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